ROMA (RM) – Nel contesto della ricostruzione delle aree colpite dal sisma del 2016, il recente convegno “Ricostruire l’Appennino Innovando: il ruolo della PA”, tenutosi presso il Senato, ha messo in evidenza come l’innovazione territoriale sia diventata un elemento centrale per il rilancio dell’Appennino centrale. L’evento, promosso dal Commissario straordinario per la ricostruzione Guido Castelli, ha coinvolto rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali, esponenti del mondo accademico e del settore privato, sottolineando l’importanza di una governance multilivello e di una forte collaborazione tra pubblico e privato.
L’iniziativa si basa sull’idea di trasformare l’Appennino in un vero e proprio “laboratorio di innovazione”, in cui le sfide territoriali – come l’isolamento delle aree interne e la difficoltà di accesso ai servizi – possano essere affrontate attraverso soluzioni innovative. Come sottolineato dal Commissario Castelli, “il cratere è un patrimonio culturale, storico e naturalistico che si apre all’innovazione per uscire dall’isolamento in cui si trova da troppo tempo”.
Questo progetto coinvolge non solo la ricostruzione fisica degli edifici, ma anche lo sviluppo economico e sociale della regione. Tra le azioni chiave ci sono la creazione di quattro centri di ricerca che sorgeranno a Camerino, Rieti, Spoleto e Teramo, l’implementazione di nuove infrastrutture tecnologiche e la valorizzazione di startup locali. Uno degli aspetti più rilevanti emersi durante il convegno è stato il ruolo centrale della Pubblica Amministrazione nel coordinamento delle iniziative. Il Sottosegretario Fausta Bergamotto ha sottolineato l’importanza di ricostruire in sicurezza, sfruttando al massimo le tecnologie innovative e garantendo che i territori siano attrattivi non solo per i residenti, ma anche per nuovi investimenti.
L’obiettivo è promuovere una rigenerazione economica che possa scongiurare il rischio di abbandono e isolamento.
Questo approccio integrato rappresenta una visione a lungo termine per lo sviluppo dell’Appennino, cercando di trasformare le difficoltà territoriali in opportunità uniche, soprattutto in ambito energetico e tecnologico. Grazie a una sinergia tra innovazione, sostenibilità e partecipazione attiva di tutti gli attori coinvolti, il futuro dell’Appennino centrale si prospetta come un esempio virtuoso di ricostruzione e sviluppo.